Voleva solo ricevere il salario concordato, invece un operaio indiano di una nota azienda lattiero-casearia del Comune di Pontinia, nell’Agro Pontino, è stato prima preso a bastonate e poi accoltellato dal suo Datore di lavoro italiano. Per finire a quel punto, all’ospedale.
Il giovane di 24 anni aveva lavorato per 32 giorni di lavoro consecutivi, fino a 16 ore giornaliere, nella stalla del caseificio prendendosi cura delle Bufale, però, la paga arrivata non era quella concordata. Il Datore di lavoro gli aveva infatti pagato solo qualche centinaia dei 1.200 euro promessi inizialmente. Da qui la richiesta del saldo e la brutale reazione dell’Imprenditore.
Dopo l’aggressione, l’operaio è stato soccorso da alcuni automobilisti e portato all’ospedale Alfredo Fiorini di Terracina dove è ora ricoverato. Un ‘“salvataggio” fondamentale per ottenere le cure necessarie e infine per sporgere denuncia contro il criminale italiano, regolarmente presentata ai Carabinieri di Terracina.
Secondo quanto scrive il quotidiano il manifesto in edicola oggi ”l’imprenditore italiano era già noto alle forze dell’ordine. In passato, infatti, era stato oggetto di diverse denunce presentate da lavoratori indiani ancora per aggressione, violenza e mancate retribuzioni. Per alcuni anni e fino al 2020 la sua azienda ha impiegato continuativamente un bracciante indiano riconoscendogli retribuzioni costantemente inferiori a quelle previste dal relativo contratto di lavoro”.
“Lo sfruttamento – conclude Marco Omizzolo – non è episodico oppure espressione di attività solo criminali, ma una modalità propria di organizzazione del lavoro, agevolato da norme e procedure a questo scopo promosse, come la legge vigente sull’immigrazione, la Bossi-Fini. Un tema totalmente assente, come quello dello sfruttamento, del padronato, del caporalato e delle agromafie, in questa triste campagna elettorale”.
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