HomeCronaca sindacale“Senza Cassa integrazione d’Emergenza rischio licenziamenti”. Ma dal Governo è ancora “no”

“Senza Cassa integrazione d’Emergenza rischio licenziamenti”. Ma dal Governo è ancora “no”

Con la Cassa integrazione ordinaria le imprese non riusciranno a gestire le sospensioni ‘obbligate’ dal caro-energia. Ma il Governo non sembra disponibile ad intervenire prevedendo un ammortizzatore sociale straordinario gratuito. Lo scrive il sindacato CISL in una nota:

Apprendiamo che il governo non è intenzionato ad inserire nel nuovo Decreto Aiuti la possibilità per le aziende di richiedere ulteriori periodi di cassa integrazione scontata per affrontare il caro-enegia, forse confidando nel nuovo assetto degli ammortizzatori sociali dopo la riforma approvata con l’ultima legge di bilancio”.

Insomma Draghi & Co. ritengono che il sistema ordinario di ammortizzatori sociali, appena riformato con la Legge di Bilancio, con le sue durate, differenti per settori, sia già in grado di garantire le coperture della cassa integrazione per le aziende ‘strozzate’ dal caro energia.

Non è convinta della soluzione il sindacato di Via Po che scrive ”dobbiamo ricordare che quella riforma, pur avendo ampliato e migliorato le coperture, prevede in ogni caso (e non poteva fare diversamente) che le aziende paghino un contributo addizionale in caso di utilizzo effettivo della cig e che vi siano limiti di durata alle prestazioni”.

Nessun sistema di ammortizzatori sociali ordinario è in grado di affrontare emergenze straordinarie come quelle di questi mesi e che ulteriormente si prospettano”, continua la nota, “pertanto chiediamo al governo di prevedere un nuovo periodo di cassa integrazione senza oneri, scorporato dai limiti massimi di durata per tutte le aziende in difficoltà, così come fatto per il covid. Comprendiamo che la soluzione vera dovrebbe essere quella di intervenire sul prezzo del gas, a partire da un price cap europeo e dallo sganciamento del prezzo complessivo dell’energia nazionale da quello del gas, nonché sulle dinamiche regolatorie del mercato TFT di Amsterdam ma, in attesa di capire se e quando tali soluzioni saranno attuabili, non possiamo permetterci di lasciare le nostre aziende in difficoltà mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro”, conclude la nota della Cisl.

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