Banca Intesa rilancia la proposta della settimana corta per i suoi dipendenti. Le trattative con i sindacati dovrebbero concludersi mercoledì 12 ottobre.
L’idea è quella di far lavorare i dipendenti per 9 ore al giorno per 4 giorni a settimana, passando quindi da 37,5 ore di lavoro settimanali a 36 con 1 giorno libero in più. Una soluzione che, comunque, l’attuale contratto di lavoro del credito già prevede.
Nonostante la proposta non preveda alcuna riduzione nella retribuzione, il segretario generale della Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), Lando Maria Sileoni, intervistato da Radio Capital (clicca qui per l’intervista integrale), si dice un po’ scettico:
“Bisogna comunque valutare tutto fino in fondo anche tenendo conto che lavorare un’ora e mezza in più al giorno può appesantire il lavoratore, sforzo che non è detto sia compensato dal giorno libero in più. Deve essere data comunque la possibilità a tutti i lavoratori di poterlo scegliere volontariamente mentre a oggi, siamo ancora in trattativa con Intesa, questa possibilità non c’è. […] Lo stipendio non cambierebbe, ma c’è da definire un problema non di poco conto che è il buono pasto giornaliero.”
Oltre alla questione dei buoni pasto, sollevata anche la questione dello smart working, inclusa nella trattativa: chi paga il costo dell’energia nelle abitazioni dei lavoratori in smart working? La banca risparmia se i lavoratori sono a casa, ma il costo viene trasferito sui dipendenti a casa e ciò ha già suscitato non poche proteste.