In Pensione prima di 60 anni ma col taglio del 30%: ecco “Opzione uomo”

Pensioni, il nuovo governo avrà da rivedere il meccanismo dato che a fine anno opzione donna e quota 102 scadono. Si pensa a un’opzione uomo.

Senza una riforma si tornerà alla Legge Fornero: chi ha 38 anni di contributi e 64 anni di età (i requisiti richiesti per quota 102) dovrà aspettare altri 3 anni per poter andare in pensione visto che con la Legge Fornero la pensione di vecchiaia è consentita con 67 anni di età e almeno 20 di contributi.

In queste ore iniziano a trapelare le prime ipotesi. Una di queste, tra le preferite di Giorgia Meloni, è opzione uomo. Vediamo di che si tratta così come la spiega Il Messaggero.

In pensione con opzione uomo, di che si tratta?

Opzione uomo sarebbe la copia al maschile di “opzione donna” e prevede l’uscita dal lavoro con:

  • 58-59 anni d’età (a seconda se si è lavoratori dipendenti o autonomi);
  • 35 anni di contributi.

L’assegno verrebbe calcolato interamente con il metodo contributivo e ciò potrebbe portare a una perdita sull’assegno pensionistico fino al 30%, rispetto a quanto maturato con il sistema misto (retributivo-contributivo).

Tale decurtazione non verrà recuperata nemmeno con la pensione di vecchiaia, ossia al raggiungimento dei 67 anni, rischiando quindi di diventare economicamente penalizzante.

Alla Lega piace l’opzione “quota 41“, ma al momento costa troppo. Stando a quanto riporta Il Messaggero, il nuovo governo potrebbe quindi decidere di lasciare tutto com’è ancora per un po’, prorogando quindi “quota 102” e la stessa opzione donna per un altro anno e rimandando una riforma strutturale a un altro momento.