A novembre proseguono i tagli all’Assegno Unico figli iniziati già nel mese di ottobre. Secondo quanto si apprende dall’Associazione di volontariato ’Una Buona Idea’ ad essere penalizzati da questa nuova mannaia Inps sono circa 1 milione di famiglie monogenitoriali.
Le famiglie monogenitoriali, probabilmente tra le più ‘fragili’ della platea, sono quelle più penalizzate. Si tratta di famiglie di vedove e orfani, o più in generale composte da un genitore unico, vedovo o con figlio non riconosciuto.
Il taglio che interessa queste famiglie è la maggiorazione sull’importo dell’Assegno unico prevista dall’articolo 4, comma 8 del decreto legislativo n. 230/2021, percepita fino allo scorso mese da molti di questi nuclei monogenitoriali.
In base alla norma, «nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, è prevista una maggiorazione per ciascun figlio minore». Questa maggiorazione è pari a 30 euro con Isee pari o inferiore a 15mila euro e si abbassa gradualmente fino ad annullarsi con Isee pari o superiore 40mila euro.
La maggiorazione, inizialmente prevista anche alle famiglie monogenitoriali con un genitore lavoratore (Inps equiparava le due situazioni), è stata poi tagliata improvvisamente. La decurtazione della maggiorazione, ha spiegato Inps, è conseguenza di un passo indietro sul piano applicativo: essa spetta solamente ai nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro. In altri termini l’interpretazione estensiva Inps non è sufficiente. Serve una modifica del testo normativo.
Ed in attesa che il Parlamento od anche il Governo muovano i primi passi verso una modifica legislativa, l’istituto quindi sta recuperando l’indebito sulle rate da ottobre in avanti.