Pensioni: “Quota 41, OK da CISL a queste condizioni”

Riforma pensioni, 41 anni di contributi per uscire dal mondo del lavoro vanno bene ma non bastano. All’età contributiva occorre affiancare l’età anagrafica.

Parola del leader della CISL Luigi Sbarra, che torna a parlare di pensioni dopo l’intervento a Federmeccanica dello scorso 5 novembre. Adesso lo fa intervistato da Il Giorno, nell’edizione Monza Brianza di mercoledì 16 novembre:

“La soglia dei 41 anni di contributi a prescindere dall’età è per noi condivisibile, a patto di affiancarla a un’altra dimensione della sostenibilità: anagrafica. Bisogna restituire alle persone la libertà di uscire dal circuito produttivo a partire da 62 anni senza penalizzazioni. Va superato il meccanismo delle quote (come combinazione tra età e contributi) che penalizza chi ha percorsi professionali frammentati e precari e tratta tutti i lavoratori allo stesso modo. Così come serve la conferma strutturale dell’estensione dell’Ape sociale per i lavori gravosi. Non si può stare su una gru o sotto il sole nei campi fino a 67 anni. I lavori non sono tutti uguali.

Insomma, garantire l’uscita dal mercato del lavoro a 62 anni per garantire la flessibilità e il ricambio generazionale: è questa, secondo il sindacalista, la soluzione da affiancare alla Quota 41 promossa dalla Lega ma malvista dall’INPS.