I lavoratori stagionali e del turismo in genere potranno essere pagati tramite voucher: la conferma arriva con la bozza di Legge di Bilancio approvata in Consiglio dei Ministri lunedì 21 novembre.
Si tratta di un ritorno al passato, visto che tale modalità di pagamento era stata abolita nel 2017. Tuttavia rispetto al passato ci sarebbe una novità che ’attende’ i lavoratori: l’elevazione del tetto massimo annuale del valore delle prestazioni a 10.000 euro: nel 2017 ci si era fermati a un massimo di 7 mila euro.
Tuttavia, con il pagamento tramite voucher il lavoratore si troverà sprovvisto, una volta terminata l’attività, della possibilità di richiedere l‘indennità di disoccupazione NASpI, ma non solo. Vediamo di capire perché.
I lavoratori il cui servizio a partire dal 2023 verrebbe riconosciuto tramite voucher non avrebbero più accesso alla disoccupazione. Il motivo è molto semplice: l’indennità di disoccupazione spetta ai soli lavoratori dipendenti; il voucher, al contrario, è un modo per ricompensare una prestazione accessoria.
Il lavoro accessorio pagato tramite voucher non è lavoro dipendente, pertanto uno stagionale potrebbe lavorare un’intera stagione a 10 mila euro lordi (retribuiti con voucher) e rimanere senza NASpI una volta finita la stagione lavorativa.
Ma non c’è solo il rischio di non percepire la NASpI: al lavoratore pagato con i voucher non verrebbero riconosciuti nemmeno i diritti e le tutele che invece la legge prevede per i lavoratori dipendenti.
Infine, come se non bastasse, per via della retribuzione tramite voucher lo stagionale non riceverebbe nemmeno i 100 euro di trattamento integrativo (Bonus Ex Renzi): né in busta paga, né quando smette di lavorare vista la mancata possibilità di richiedere la NASpI.