Rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione, solo 1 pensionato su 8 godrà della crescita maggiorata del 120%. Tutti gli altri ci dovranno rinunciare.
Due milioni di pensionati nel 2023 vedranno crescere la pensione mensile in maniera generosa: sono quelli che beneficiano di un assegno pensionistico fino a 4 volte il minimo (fissato a 525,38 euro), quindi fino a 2.101,52 euro.
A pagare pegno in termini di mancati aumenti degli importi mensili, invece, saranno i pensionati che ricevono un trattamento superiore a 4 volte la quota minima: quasi 1 pensionato su 5, cioè più di 3 milioni. Vediamo quanti euro si vanno a perdere.
Pensioni 2023, di quanto aumentano le pensioni più alte?
A fare una panoramica delle cifre che alcuni pensionati dovranno “cedere” è il quotidiano Il Sole 24 Ore.
La rinuncia a una quota dell’aumento collegato all’inflazione è diversificato a seconda delle 6 nuove fasce delineate dalla legge di bilancio, quali:
- assegni pensionistici fino a 4 volte il minimo, che godranno di una rivalutazione del 100%;
- assegni pensionistici pari o inferiori a 5 volte il minimo, che godranno di una rivalutazione dell’80%;
- assegni pensionistici superiori a 5 volte il minimo e pari o inferiori a 6 volte il minimo, che godranno di una rivalutazione del 55%;
- assegni pensionistici superiori a 6 volte il minimo e pari o inferiori a 8 volte il minimo, che godranno di una rivalutazione del 50%;
- assegni pensionistici superiori a 8 volte il minimo e pari o inferiori a 10 volte il minimo, che godranno di una rivalutazione del 40%;
- assegni pensionistici superiori a 10 volte il minimo, che godranno di una rivalutazione del 35%.
Nel confronto con il sistema attuale, che divide invece i pensionati in 3 livelli, per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (cioè tra 2.101,52 e 2.626,9 euro) il sacrificio è tutto sommato limitato: a 2.500 euro si deve rinunciare a 18 euro di aumento.
La distanza con il meccanismo attuale cresce però di fascia in fascia, fino a diventare parecchio rilevante. Con una pensione lorda da 4 mila euro, per esempio, la rinuncia mensile sale a 73 euro e arriva a 175 euro per un assegno da 6 mila euro lordi al mese.
Ma non è tutto. La rivalutazione delle pensioni rimarrà bloccata per 2 anni, quindi agirà nel 2023 e nel 2024. L’effetto vero si cumulerà dunque nel tempo quindi la perdita per i diretti interessati sarà strutturale e crescente.