Reddito di Cittadinanza tagliato dal 2023 per circa 660mila percettori occupabili. Lo dice la Manovra di Bilancio del Governo e lo conferma la Premier Giorgia Meloni intervistata dal quotidiano Repubblica in edicola oggi.
Otto mesi di sussidio in continuità con quanto stanno già percependo e poi? Formazione e soprattutto Lavoro. Ne è convinta la Meloni che al giornalista Carmelo Lopapa sottolinea: a queste persone vanno offerti contratti di lavoro regolari, in applicazione dei CCNL con salari adeguati e tutte le tutele.
Dettagli su come il Governo intenda reinserire concretamente i percettori occupabili (tra i 18 ai 59 anni) nel mercato del lavoro, non sono offerti. La Meloni si limita ad affermazioni di carattere politico. Ecco dunque le sue parole:
“In 660 mila (abili al lavoro) non lo potranno più percepire dopo i primi otto mesi del 2023. «Siamo arrivati al paradosso che multinazionali impegnate nella posa di fibre ottiche in Italia devono selezionare e assumere lavoratori immigrati perché pare non si trovi manodopera italiana. Ma come? Con le centinaia di migliaia di beneficiari del sussidio in cerca di un lavoro?», è la domanda retorica che si pone la presidente del Consiglio. «Io penso che a queste persone vadano proposti lavori come questo, perché parliamo di assunzioni fatte sulla base di contratti collettivi nazionali, con stipendi dignitosi e tutte le tutele del caso. E certo puoi anche rifiutare, ma in quel caso non puoi pretendere che a mantenerti sia lo Stato, quindi il beneficiario del reddito decade. È un problema culturale. Deve cambiare il modo di pensare di molti». Su questo punto Meloni non arretra. Non è una battaglia, «è una questione di principio: non si può dire “se la Meloni ci toglie il reddito ci manda a rubare”, perché tra le due opzioni c’è il lavoro ed è la mia opzione. Cosa diversa sono le persone che abili al lavoro invece non sono e tutte le categorie fragili che continueremo a tutelare»”.