Bonus 200 euro, se INPS si accorge di averlo erogato a chi non ne ha diritto va restituito, anche se il diritto è decaduto in corso d’opera.
I controlli che l’Istituto svolge in maniera preventiva sono automatici, fatti apposta per evitare di pagare il Bonus a chi non soddisfa i requisiti e per verificare eventuali incompatibilità o incumulabilità previste dalla legge. Ci possono però essere dei casi in cui l’esito della domanda risulta positivo ma in fase successiva all’erogazione emergono degli aspetti che costringono il percettore a restituire l’indennità.
Il messaggio INPS n. 4314 del 30 novembre sulla procedura per presentare istanza di riesame a seguito di domanda bonus 200 euro respinta illustra proprio uno di questi casi. Vediamo chi riguarda.
Bonus 200 euro, quando gli agricoli lo devono restituire?
A volte, come scritto sopra, si possiedono i requisiti e quindi si ha diritto al Bonus 200 euro, ma solo inizialmente. In fase successiva, infatti, potrebbero sopraggiungere degli elementi che influenzano in negativo il possesso dei requisiti: in questo caso, INPS è costretto a rivedere l’erogazione del Bonus perché le condizioni non sono più soddisfatte.
È il caso, per esempio, dei lavoratori stagionali, intermittenti e a tempo determinato: per loro, la norma prevede che l’indennità sia riconosciuta ai soggetti che abbiano svolto, nell’anno 2021, almeno 50 giornate di lavoro effettivo.
Pertanto, come specifica INPS in suddetto messaggio, in caso di cancellazione retroattiva delle giornate di lavoro agricolo svolte nell’anno 2021, utili al raggiungimento del requisito per accedere all’indennità, la stessa risulterà indebita e dovrà essere restituita.
Pertanto, nel caso in cui le giornate lavorate venissero ricalcolate e risultassero inferiori alle 50 previste dal decreto Aiuti, il lavoratore stagionale agricolo sarebbe costretto a restituire a INPS i 200 euro.