Pensioni 2023, si pensa a un aumento del cedolino ogni 3 mesi grazie a una trimestrale indicizzazione al costo della vita.
Oggi la rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione avviene solo una volta all’anno, con eccezione del 2022 quando Draghi ha approvato una perequazione anticipata del 2% anche a ottobre proprio per aiutare i pensionati alle prese con un caro bollette senza precedenti.
Ma in una intervista rilasciata ad Affaritaliani.it, il senatore ed economista della Lega Claudio Borghi, capogruppo in Commissione Bilancio, ha annunciato l’idea che sta balenando nelle teste di Palazzo Chigi:
“Sulle pensioni l’indicizzazione al costo della vita già esiste, annuale, e potrebbe diventare trimestrale. La stessa cosa si potrebbe fare per salari e stipendi.”
L’ipotesi è al vaglio dei tecnici di Palazzo Chigi e del ministero dell’Economia e delle Finanze laddove l’inflazione restasse per altri mesi sopra il 10%. Un provvedimento, questo, che secondo il Governo servirebbe anche per scongiurare un ritorno ai Bonus anti-inflazione, i Bonus 200 e 150 euro visti in questi mesi.
Come riporta il quotidiano online, tuttavia non si tratterebbe di far aumentare tutti gli assegni pensionistici: sarebbero escluse le pensioni più alte e, con un sistema graduale e a scalare, si provvederebbe a premiare maggiormente chi percepisce di meno.