Influenza del Cammello, esiste davvero? Sì, si tratta della Mers, una patologia causata da un coronavirus, il Mers-Cov, e trasmessa – come l’arcinoto Covid19 – all’uomo da un animale, in questo caso il cammello.
La Mers è diffusa soprattutto in Medio Oriente, Africa e Asia meridionale e può presentarsi con sintomi gravi, come crisi respiratorie, e in forma asintomatica.
E’ tornata all’attenzione dei Media perchè diversi Stati, tra cui l’Australia, hanno alzato il livello di allerta specie per i rischio contagio da parte dei tifosi provenienti dal Qatar, dove si sono giocati i Mondiali di Calcio.
Secondo gli studi dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), il tasso di mortalità legato al contagio con questo virus è del 36% circa, al di sopra degli standard rispetto ad altri virus, però allo stesso tempo è meno contagiosa.
I sintomi tipici di questa influenza sono febbre, tosse e respiro affannoso. Frequente è anche l’insorgenza di polmonite, mentre nei casi gravi può verificarsi un’insufficienza respiratoria che richiede un supporto sanitario con macchinari specifici.
Soggetti più a rischio sono gli anziani e, in generale, per soggetti che hanno altre patologie.
Il contagio di primo livello avviene dal contatto diretto o indiretto (per esempio assumendo latte di cammello non pastorizzato o carne non cotta) con cammelli infetti.
Il contagio tra persone è possibile ma l’Oms lo riporta come caso piuttosto raro, ma che si può verificare all’interno del nucleo familiare o all’interno di strutture sanitarie. Sono queste due le situazioni considerate più a rischio.
L’aspetto negativo è che per il momento non sono disponibili vaccini o cure ad hoc per questa patologia – la ricerca sta però facendo grandi passi avanti – quindi la sola cura possibile é di tipo sintomatico, ovvero rivolta ad alleviare i sintomi specifici caso per caso.