Reddito di Cittadinanza, nel 2023 lo si perderà rifiutando una qualsiasi offerta lavorativa: annunciato il decreto che cancella il vincolo della congruità dell’offerta di lavoro.
Questa non è l’unica novità che dal prossimo anno interesserà i percettori del sussidio: ci sono altre due novità sul Reddito di Cittadinanza nel 2023. Tuttavia, è senz’altro la modifica più importante perché pone i percettori RdC nella condizione di dover accettare qualunque tipo di lavoro in ogni zona d’Italia, a prescindere dalle loro competenze e dalla loro residenza. Ciò significa che non esiste più il limite degli 80 km di distanza dalla propria abitazione e che un percettore potrebbe essere costretto a trasferirsi anche a 100, 200, 1.000 km da casa per svolgere un lavoro che non ha la minima idea di come fare.
La questione è controversa e ha fatto agitare non poco sia i percettori, diretti interessati, sia il Movimento 5 Stelle, che ha accusato il Governo di puntare, tramite l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, a una ‹‹schiavitù 2.0›› e a distruggere l’ascensore sociale.
Ma a tale proposito, la Ministra del Lavoro Marina Calderone ha voluto placare un po’ gli animi promettendo di intervenire al più presto con un decreto, come riporta La Stampa nell’edizione in edicola giovedì 22 dicembre:
“Sia il ministro dell’Economia Giorgetti che la titolare del Lavoro Calderone ieri hanno difeso queste modifiche spiegando «che non riguardano tutti ma solo chi può accettare lavori» e che l’obiettivo «è creare occasioni di lavoro per chi percepisce il reddito, ad esempio con la decontribuzione totale». Quanto al resto, dopo l’emendamento approvato ieri, Calderone ha assicurato che a gennaio il governo approverà un decreto per definire la seconda gamba essenziale per i beneficiari e «mettere i puntini sulle “i”» sulle politiche attive.”