Reddito di Cittadinanza, Ministro Lavoro: “sì a Reddito di Inclusione: il piano”

Calderone

Reddito di Cittadinanza, sul quotiano La Stampa in edicola oggi la Ministra del Lavoro Marina Elvia Calderone svela il piano del Governo.

Un’intervista a 360° su salari, sussidi, formazione, sicurezza, lavoro atipico, e un focus specifico sul RdC. Bastano 2 domande e 2 risposte per capire quali sono le intenzioni del Governo per il 2024: sussidio cancellato (già lo prevede la Legge di Bilancio 2023) e sostituito da un nuovo sostegno che sarà sganciato dalle politiche attive.

Reddito di Inclusione 2024: il piano del Governo

Nuovo sostegno, slegato dalle politiche attive. Cosa significa esattamente? Che non avrà l’obiettivo di riportare a lavoro i beneficiari, ma di tutelarli nelle varie situazione di difficoltà: povertà insieme alla presenza nei nuclei di soggetti fragili come minori, disabili, over 60.

Dalle parole della Ministra Calderone si comprende infatti che il “reddito di inclusione”, così lo chiama nell’intervista, riguarderà la stessa platea di coloro che nel 2023 conservano il RdC per 12 mesi (nuclei con minori, disabili e over 60). Anzi, promette, “sarà esteso rispetto al passato” anche sotto la soglia ISEE di 9.360 euro, aveva accennato in un’intervista a dicembre scorso.

Ma vediamo le dichiarazione della Ministra Calderone a La Stampa di oggi:

LA STAMPA: L’intervento sul Reddito di Cittadinanza, tanto più con l’intervento parlamentare che ha cancellato l’offerta congrua, non è troppo trachant?

CALDERONE: “Nessuno dice ad esempio che si amplia la platea dei beneficiari di interventi di sostegno, per esempio con l’estensione ai nuclei con persone over 60 e alle famiglie con figli minorenni, oltre agli altri soggetti già tutelati. Nulla cambia, nella sostanza, rispetto all’offerta ‘congrua’. Al di là della soppressione dell’aggettivo, rimane il rimando alle condizioni di legge. Tengo quindi a ribadire due principi. Il primo è che chi si trova in una situazione di difficoltà continuerà ad essere tutelato e il secondo è che la povertà si contrasta con il lavoro non con i sussidi a vita”.

LA STAMPA: Sul Reddito sulle politiche attive ha detto di voler mettere i puntini sulle ‘i’. Quali modifiche servono?

CALDERONE: “Reddito di cittadinanza e politiche attive hanno due obiettivi diversi ma complementari. Distinguiamo quindi gli strumenti per contrastare la povertà, difficoltà sociali o familiari da quelli per accompagnare al lavoro. Per i primi, puntiamo a un reddito di inclusione, magari rafforzato ed esteso rispetto al passato. Per i secondi, la strada passa attraverso la realizzazione di un sistema che preveda nuovi strumenti di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, con il coinvolgimento di tutti gli attori pubbliciti e privati del mercato del lavoro. In aggiunta a ciò dovranno essere ridisegnati i percorsi di formazione e riqualificazione affinchè risultino realmente in linea congli skills professionali oggi necessari alle aziende”.