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Aumenti Stipendio: “Governo senza idee né agenda”. L’unico indizio restano i 5 anni

Gli Stipendi sono erosi dall’inflazione, ma il Governo al di là del taglio al cuneo fiscale previsto con la Legge di Bilancio per il 2023 (-3% fino a 25mila euro di reddito, -2% fino a 35mila), non sembra per il momento intenzionato ad intervenire nuovamente.

E’ quanto scrive il quotidiano Repubblica in edicola oggi che mette in risalto come Imprese e Sindacati invece siano pronti a far ognuno la sua parte:

“Sale il pressing delle parti sociali sul governo per l’apertura quanto prima di un tavolo sull’emergenza dei salari bassi, all’indomani del dato Istat registrato a dicembre di un aumento dei prezzi dell’11,6% in un anno. Lo vogliono gli industriali, lo hanno chiesto i sindacati già un mese fa alla ministra del Lavoro Marina Calderone. Ma al momento nessuna data è stata fissata in calendario. E soprattutto il governo non ha un’idea, né un percorso di intervento”.

Nessun segnale dunque da Palazzo Chigi. Anche se dal mondo del lavoro spingono affinchè vengano trovate rapidamente soluzioni condivise al riguardo.

La stessa Ministra del Lavoro Marina Calderone, che ha aperto una serie di tavoli tematici con le parti sociali, lo aveva detto in un’intervista di pochi giorni fa: la riduzione del 5% del cuneo fiscale, in modo da alzare il salario netto, è un obiettivo di Governo, promesso solennemente dalla Premier Giorgia Meloni in Parlamento, ma si stratta di un obiettivo “di Legislatura”… c’è tempo fino al 2027 per trovare soluzioni.

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