Ennesima truffa ai danni dei percettori del Reddito di Cittadinanza: con la promessa di sbloccare la domanda respinta o revocata fregano del denaro.
Si tratta di alcuni sedicenti risolutori di pratiche RdC bloccate o respinte da INPS che adescano le loro prede online, garantendo loro il ripristino della revoca in cambio di 60 euro.
Truffa percettori RdC: domanda sbloccata per 60 euro
I percettori sfortunati sono stati avvicinati con messaggi del tipo “Amici, se vi è stata revocata la domanda RdC o respinta vi posso dare un consiglio per riaverla senza andare così in penale e non restituire i soldi.”
Una volta che il percettore aveva abboccato all’amo gli veniva chiesto di fornire il numero di protocollo della domanda revocata: a garanzia dell’efficacia e della veridicità dell’operazione, la promessa di aver risolto centinaia di revoche senza l’utilizzo dello SPID, anche grazie alla collaborazione di un dipendente INPS.
Insomma, per soli 60 euro (30 euro di acconto e 30 euro a ricarica ricevuta), i percettori del Reddito di Cittadinanza con pratica bloccata avrebbero potuto riscuotere la somma senza problemi a metà gennaio. 60 euro da far pervenire al fantomatico salvatore esclusivamente tramite vaglia postale, un metodo di pagamento che permette di inviare del denaro anche a chi non è titolare di un conto corrente. Senza vaglia postale non se ne fa di nulla.
Ma occhio a non cadere in tranelli di questo tipo: l‘unico Ente che ha il potere di sbloccare e ripristinare eventuali pratiche RdC revocate è INPS e nessun altro può sostituirsi a esso. L’invito dunque è quello di prestare la massima attenzione a messaggi come questo e a segnalare immediatamente comportamenti illeciti.