Artigianato, scaduti buona parte dei contratti collettivi nazionali che disciplinano i rapporti di lavoro e i dipendenti si trovano senza aumenti dal 1° gennaio 2023.
Inizia quindi quello che nel linguaggio sindacale si chiama il periodo di carenza contrattuale, in cui sul piano economico e normativo il rapporto è ‘scoperto’ e i lavoratori, circa 1 milione, si trovano senza adeguamenti salariali allineati al costo della vita per il quadriennio 2023-2024-2025-2026.
Contratti Artigiani, quali sono scaduti?
Gli aumenti per i dipendenti artigiani arriveranno quando i CCNL saranno rinnovati. In linea teorica gli adeguamenti dovevano arrivare entro la scadenza ma il più delle volte si verifica l’esatto opposto. Le intese tardano ad arrivare e le buste paga diventano più pesanti solo più in avanti. Come già visto durante l’ultima tornata quando – complice anche il Covid e i vari lockdown – gli accordi si sono concentrati tra il 2021 e il 2022.
A dirla tutta i negoziati per i rinnovi, secondo quanto apprende TuttoLavoro24.it da fonti sindacali, non sono ancora decollati con le categorie di Cgil, Cisl, Uil che si apprestano in queste settimane a definire gli ultimi adempimenti. Come l’invio della Piattaforma in cui esplicitano tutte le richieste: miglioramento dei diritti e aumento dei minimi.
I principali contratti collettivi sono scaduti il 31 dicembre 2022 e precisamente sono questi 6:
- CCNL Tessili Moda – Chimica Ceramica
- CCNL Alimentaristi Panificazione
- CCNL Area Meccanica – Officine, Autoriparatori, Installatori, Orafi, Odontotecnici
- CCNL Parrucchieri Estetisti
- CCNL Legno Arredo ed Escavazione Lavorazione Marmi
- CCNL Area Comunicazione – Grafici, Informatici