Navigator, dopo l’allontanamento dai Centri per l’Impiego, all’interno dei quali erano stati collocati per dare man forte alle attività di reinserimento lavorativo dei percettori del Reddito di Cittadinanza, qual è il loro futuro? Cosa fanno?
Era novembre 2022 quando la Ministra del Lavoro appena insediata, Marina Calderone, faceva sapere con un laconico comunicato che il contratto di lavoro dei Navigator, in scadenza al 31 ottobre, non sarebbe stato prorogato.
Seguirono appelli e manifestazioni sindacali che chiedevano la loro conferma, perchè divenuti oramai assi portanti delle strutture pubblico per il collocamento. Iniziative, tutte, cadute nel vuoto. Ed ora? C’è futuro per loro? Probabilmente sì, considerato che sono giovani e formati. Ma a quanto pare non sempre nell’ambito dei CpI.
E’ quanto emerge da una inchiesta fatta dal quotidiano on-line Il Post, che prova a dare dei numeri: “308 hanno cambiato lavoro nel primo anno e mezzo, altri 1.724 negli ultimi due anni. Secondo i dati diffusi dal ministero del Lavoro, gli assunti all’1 novembre, quando è stato confermato il mancato rinnovo del contratto, erano 946. Chi si è dimesso non è stato sostituito: in sostanza i Centri per l’impiego hanno dovuto gestire lo stesso lavoro con molte meno persone rispetto alle previsioni iniziali”.
“Le dimissioni e il conseguente cambio di lavoro si spiega – continua il periodico on-line – con il fatto che i navigator, prevalentemente giovani e tutti laureati (con un voto medio di 107, dicono i dati dell’ANPAL), sono considerati risorse lavorative valide nella pubblica amministrazione e in generale tra le aziende private che si occupano dell’orientamento lavorativo. Una parte significativa dei navigator, per esempio, ha partecipato ai concorsi organizzati dall’INPS, l’Istituto nazionale della previdenza sociale, mentre un’altra parte è stata assunta da enti locali, ministeri e agenzie statali come l’agenzia per la coesione territoriale o l’ufficio del processo, cioè l’amministrazione dei tribunali italiani”.
Ma quanto è costato al Bilancio statale la selezione e l’attivazione dei contratti dei Navigator, voluta dal Governo Conte I sostenuto da M5S e Lega? A dare una risposta è sempre l’articolo de Il Post all’interno del quale si apprende che “in un rapporto diffuso a giugno dalla Corte dei Conti si legge che le dimissioni dei navigator hanno «evidenti ricadute anche sugli ingenti costi che sono serviti per selezionarli. Si ricorda che solo per la selezione erano stati spesi 808.601 euro».”