Lavoratori domestici, sono quasi 800 mila quelli che lavorano in nero presso le famiglie come badanti, colf o babysitter: un quarto dei tre milioni di lavoratori in nero presenti in Italia.
Ecco perché l’Esecutivo punta a introdurre incentivi alle famiglie per assumere collaboratori domestici in regola attraverso il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso approvato dal Governo nell’ambito delle riforme previste dal PNRR e in vigore dal 21 dicembre 2022. Vediamo nel dettaglio.
Bonus lavoro domestico: in che consiste?
Come spiega Il Sole 24 Ore nell’edizione in edicola lunedì 16 gennaio, suddetto piano prevede l’introduzione di un bonus ancorato all’ISEE familiare volto a coprire parte del costo complessivo del lavoro sostenuto per i lavoratori domestici.
L’aiuto dovrebbe essere parametrato alle ore di lavoro dell’assistente familiare, prevedendo un limite di almeno 20 ore settimanali per ottenerlo interamente, e una riduzione proporzionale per contratti di lavoro più brevi.
Tuttavia, come specifica il quotidiano, “si tratta di misure che devono ancora essere attuate, ma che potrebbero rappresentare un aiuto aggiuntivo rispetto alla deducibilità dei contributi fino a 1.549 euro all’anno disponibile oggi per le famiglie.“
L’auspicio è quello di spingere le famiglie che si avvalgono di lavoratori domestici a mettersi in regola con le assunzioni. Rispetto al 2019, comunque, i dati sono già confortanti: secondo il quarto rapporto Domina sul lavoro domestico, in tutte le regioni d’Italia i datori di lavoro di colf, babysitter e badanti noti all’INPS sono cresciuti. Primato va alla Puglia, con +34,2% datori di lavoro, seguono la Basilicata col +32% e la Campania con il +19,7%.