Vigilanza privata, mentre da un lato il contratto è fermo al 2015 e durante la trattativa per il rinnovo gli aumenti proposti dalle associazioni datoriali sono stati ritenuti insufficienti dai sindacati di categoria, già da qualche mese i lavoratori Addetti alla Sicurezza palesano la loro insoddisfazione salariale. Fino al punto da avviare, in alcuni casi, vere e proprie vertenze giudiziarie.
Insomma se le aziende non riconoscono gli adeguamenti al costo della vita dei loro minimi bloccati da anni, che provveda il Giudice. E così arrivano sentenze, che spesso si concludono favorevolmente per i lavoratori. Come è accaduto alla Corte d’Appello di Milano, che ha riconosciuto l’inadeguatezza dello stipendio previsto dal CCNL Vigilanza Privata alla qualità e alla quantità della prestazione.
Il riferimento va, in particolare, ai 930 euro lordi mensili del CCNL di riferimento per alcune figure professionali del settore della vigilanza privata ritenuti inferiori del 30% alle cifre previste dal CCNL Multiservizi (1.183 euro per 14 mensilità) o del Terziario (1.354 euro per 14 mensilità), per mansioni analoghe.
In pratica, mettendo a confronto i 3 CCNL diversi, applicati a lavoratori di Vigilanza e Custodia con mansioni analoghe, è emersa la disparità di trattamento a cui sono sottoposti i lavoratori ai quali viene applicato il CCNL Vigilanza Privata il cui rinnovo economico e normativo è fermo da anni.
Di recente, l’orientamento seguito dalla Corte d’Appello è stato confermato anche da una sentenza del Tribunale di Milano del 22 marzo 2022.