Lavoro stagionale, l’obiettivo del Governo è quello di incentivarne il ricorso semplificando alcune regole dei contratti a termine.
Se la Riforma del lavoro Fornero del 2012, infatti, puntava a penalizzare economicamente i datori di lavoro che proponevano contratti a tempo determinato, l’Esecutivo Meloni intende ridare dignità a questa tipologia di contratto, effettuando alcuni interventi correttivi nel decreto lavoro atteso per la prima decade di febbraio.
Usato in modo sapiente – ha specificato durante il 6° forum dei commercialisti del 23 gennaio la ministra del Lavoro Calderone – il contratto a termine non è di per sé una forma di precarizzazione. Ecco perché il suo ricorso andrebbe incentivato, e per farlo ‹‹si ragiona sull’eliminazione dei contributi addizionali››. A darne l’annuncio è Il Sole 24 Ore di martedì 24 gennaio, che nel dettaglio spiega:
“Risorse permettendo, e su spinta del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, si ragiona sull’eliminazione dei contributi addizionali. Molto dipenderà dalle risorse: si punta a eliminare tutti i contributi aggiuntivi che gravano sul datore (sia l’1,4% per finanziare la NASpI, sia lo 0,5% sui rinnovi). Se la coperta è troppo corta ci si limiterà allo 0,5% sui rinnovi, in primis per gli stagionali.“
Dunque, se le risorse a disposizione non fossero sufficienti a tagliare sia i costi aggiuntivi di finanziamento della NASpI sia quelli sui rinnovi, ad avere la precedenza sarebbero i secondi. In questo modo si intende semplificare e favorire il rinnovo di contratto dei lavoratori stagionali.