Reddito di Cittadinanza, il suo futuro in Italia passa anche dall’Europa. Appena due giorni fa il Governo ha detto sì alla Raccomandazione UE sul Reddito minimo dopo aver voluto la sua abrogazione a partire dal 2024 per i poveri italiani.
Una strada diametralmente opposta rispetto a quella percorsa in Italia e che è costata all’Esecutivo Meloni l’accusa di “doppiogiochismo” da parte dell’opposizione. A spiegare perché in Europa il Governo appoggi un’altra versione rispetto a quella perpetrata nel proprio Paese ci pensa la ministra del Lavoro Marina Calderone, ai microfoni di ANSA:
“Il tema del Reddito di Cittadinanza è sicuramente uno dei temi che noi affrontiamo perché in Manovra di Bilancio c’è quello che è il pensiero del Governo, il compito del ministero è quello di attuare al più presto una riforma che porti a un nuovo strumento di inclusione attiva e che consenta invece a chi è in condizione di occupabilità di poter essere avviato al lavoro. Quello è il nostro pensiero e quello che abbiamo ribadito in Europa anche per quanto riguarda la Raccomandazione adottata, che non è un atto vincolante, però su questo penso sia importante guardare i fatti e i fatti li vedremo presto.”
Insomma, a detta della ministra l’obiettivo rimane lo stesso sia in Italia che in Europa: aiutare i fragili fornendo loro una sorta di reddito di inclusione e avviare al lavoro chi invece è ritenuto occupabile. Adesso non resta che vedere “i fatti”, cioè le azioni politiche, a cui lei stessa fa riferimento.