Banche, continua il taglio delle filiali sui territori. Secondo quanto rivela un’indagine del sindacato di categoria First Cisl, su elaborazione dati Bankitalia e Istat, nel 2022 le banche hanno chiuso 554 sportelli sul territorio nazionale, segnando un’ulteriore peggioramento della situazione rispetto al 2021 del 2,6%.
“Il numero di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza è in continuo aumento – si legge – : sono oltre 4 milioni, quasi 250mila in più di un anno fa. Numeri destinati a crescere: circa di 6 milioni di italiani, residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello, rischiano di trovarsi a breve nella stessa condizione”.
Il fenomeno della chiusura degli sportelli non riguarda solo i centri di piccole dimensioni – con evidenti ripercussioni anche sul piano dell’occupazione oltre che per le maggiori difficoltà nell’accesso al credito – esistono infatti 9 comuni con più di 10mila abitanti senza sportello, mentre tra quelli con un solo sportello 12 sono al di sopra dei 15mila abitanti. Le regioni più colpite sono state Lombardia (-3,6%), Lazio (-3,5%), Marche (-3,4%), Friuli Venezia Giulia (3%). Nel complesso, a livello nazionale, la perdita di sportelli è stata del 2,6%.
“Le banche dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle chiusure per la coesione sociale ed economica del Paese” commenta il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani. “Il progetto Polis, con cui Poste Italiane investirà 1,2 miliardi di euro – afferma Colombani – punta ad avvicinare i servizi della pubblica amministrazione ai cittadini integrando la rete fisica degli sportelli con il canale digitale”. Anche le Banche, secondo il segretario della First Cisl, dovrebbero aprirsi al mondo dei servizi PA, “per ricercare soluzioni indirizzate all’erogazione di servizi ai clienti compatibili con l’attività bancaria, al fine di diversificare le fonti di ricavo e al contempo ampliare il patrimonio informativo determinante per le politiche del risparmio e del credito”.