HomeEvidenzaConcorso dirigenti scolastici, riaperti i giochi per gli esclusi

Concorso dirigenti scolastici, riaperti i giochi per gli esclusi

Concorso per dirigenti scolastici, il Decreto Milleproroghe è intervenuto per porre una toppa su quello del 2017 rimettendo in carreggiata un folto numero di esclusi che avevano fatto ricorso. Tutto ciò mentre si attende il bando per il concorso dirigenti 2023.

L’Aula del Senato ha dato, in data 15 febbraio, il primo via alla libera alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe. Il testo licenziato ieri da Palazzo Madama è, di fatto, quello definitivo, visto che l’obbligo di conversione entro il 27 febbraio non permetterà alla Camera di introdurre variazioni.

Per questo motivo, si può dire che per coloro che nel 2017 ambivano alla posizione di dirigente scolastico ma erano rimasti fuori i giochi sono riaperti. Il merito va, appunto, a un emendamento al Decreto Milleproroghe.

Vediamo meglio di che si tratta.

Emendamento concorso dirigenti scolastici 2017: di che si tratta

L’emendamento in esame firmato da Fratelli d’Italia prevede, in particolare, la possibilità per i candidati che abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta o della prova orale del concorso di poter recuperare frequentando un corso intensivo di formazione.

Inoltre, potranno accedere al corso anche quei candidati che, ammessi con riserva al concorso in virtù di un provvedimento giurisdizionale, dopo aver superato le prove concorsuali sono stati nominati dirigenti scolastici, salvo poi essere restituiti al ruolo docente per via dell’esito negativo del ricorso.

Dopo il corso intensivo, è prevista una prova finale. Al superamento di quest’ultima, i candidati saranno inseriti in coda alla graduatoria e poi immessi in ruolo seguendo lo scorrimento.

Certamente, non sono mancate le critiche da parte di quei dirigenti che nel 2017 il concorso lo avevano vinto. Per rabbonire gli animi, la senatrice di Fratelli d’Italia e prima firmataria dell’emendamento Carmela Bucalo ha precisato che non si tratta di una sanatoria, bensì di una selezione degli aspiranti in base al merito.

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