Metalmeccanici, il sindacato Fim-Cisl chiede di aprire un confronto sulla settimana corta di 4 ore con gli altri sindacati del settore – Fiom-Cgil e Uilm-Uil – e le controparti datoriali a partire da Federmeccanica. ‘A farsi carico’ della proposta è Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl.
Proposta che si allinea a quella del segretario Generale Cgil Maurizio Landini, rilanciata alcuni giorni fa sul quotidiano Avvenire.
Per Benaglia è positiva l’esperienza del Regno Unito, dove in 61 aziende l’orario di lavoro è stato spalmato su 4 giornate “con interessanti risultati sia per le aziende che per i lavoratori”. Questa deve essere portata anche in Italia.
“È possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati. La Fim Cisl – sottolinea il leader sindacale – già lo scorso anno nel proprio congresso a Torino incentrato sulla definizione di “lavoro giusto” ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario che possa essere dedicata anche a formazione o ai carichi di cura”.
“Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico come nel secolo scorso ma di rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro. Il sindacato deve tornare – conclude – ad elaborare sfide vincenti e innovative in tema di organizzazione del lavoro per contrattare e creare un lavoro produttivo ma maggiormente sostenibile, anche per una popolazione lavorativa sempre più anziana ed esperta”.