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Reddito di Cittadinanza: in 47 mila hanno già scelto i corsi da seguire

Reddito di Cittadinanza, sono oltre 47 mila i fruitori per cui è stata individuata e concordata un’attività formativa da svolgere. Tra le modifiche apportate al Reddito di Cittadinanza dalla Legge di Bilancio 2023, infatti, c’è anche l’obbligo per i percettori di frequentare per 6 mesi dei corsi di formazione o di riqualificazione professionale per essere poi inseriti nel mercato del lavoro.

L’obbligo riguarda i percettori dai 18 ai 59 anni (non appartenenti a famiglie “fragili”) ritenuti attivabili. La frequenza è obbligatoria, pena la decadenza dal sussidio.

Ma quali sono i corsi a cui i percettori RdC devono partecipare?

Quali corsi possono frequentare i percettori del Reddito di Cittadinanza?

Per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro il PNRR ha previsto il programma GOL – Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori. Il programma comprende un’offerta di servizi integrati, basati su una cooperazione tra i servizi pubblici e privati e prevede percorsi di accompagnamento al lavoro, di aggiornamento o riqualificazione professionale e percorsi in rete con gli altri servizi territoriali.

Tra i corsi obbligatori che la Legge impone ai percettori di frequentare, quindi, ci sono anche quelli organizzati nell’ambito del GOL. Questi percorsi, infatti, sono indirizzati a tutti i disoccupati, sia a coloro che percepiscono la NASpI sia a coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza.

I percettori potranno scegliere di frequentare corsi di vario tipo in differenti settori, tra i quali:

  • agro-alimentare;
  • cultura, informazione e tecnologie informatiche;
  • manifattura e artigianato;
  • meccanica, impianti e costruzioni;
  • servizi commerciali;
  • turismo e sport.

Quelli elencati sono solo esemplificativi della tipologia di corsi erogati, ma ce ne saranno anche altri tra cui scegliere.

Per adesso, nell’ambito del GOL sono stati instradati verso i percorsi di inserimento i due terzi dei percettori totali (circa 198 mila persone), come ha fatto sapere il Ministero del Lavoro lo scorso 17 febbraio tramite comunicato stampa.

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