Legge sul Salario minimo? Il Governo ci sta già pensando. Lo sottolinea il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ai microfoni dell’Agenzia Vista.
E’ questa la notizia del giorno. Risposta netta alle sollecitazioni del leader M5S Giuseppe Conte che appena due giorni fa ha lanciato un appello a tutto le forze politiche che siedono in Parlamento.
“Rafforzare la contrattazione collettiva è determinante – dichiara Durigon – . Questo pone non solo il salario minimo ma tutti i livelli di salario a livelli soddisfacenti per i lavoratori. Abbassare tutto quanto al salario minimo sarebbe un contrasto verso quello che potrebbe essere la crescita sul lavoro. Rafforzamento della contrattazione collettiva e – aggiunge il Sottosegretario – soprattutto dare anche degli incentivi a questa formula, credo che il Governo ci lavorerà e ci sta già lavorando per non avere più, faccio un esempio, quei contratti che purtroppo abbiamo specialmente nel settore Vigilanza dove davvero anche lo Stato da appalti a 5 euro l’ora. Questo per noi è inammissibile e dobbiamo far sì che questo cambi”.
Per Durigon dunque, intervenire sul salario minimo non significa stabilire un minimo legale di 9 euro, come propone Conte, ma valorizzare i contratti collettivi. Ma quali? L’esponente del Ministero del Lavoro però non chiarisce quali contratti collettivi potranno esprimere il salario da prendere a riferimento né come selezionarli. Insomma dalle sue parole non sembra porsi il problema del criterio della rappresentatività dei sindacati che firmano i contratti collettivi. Tema ritenuto cruciale per i giuristi, la giurisprudenza e le organizzazioni sindacali più rappresentative (come Cgil, Cisl, Uil).
Come e quando interverrà il Governo? “Credo che il Governo ci lavorerà e ci sta già lavorando” si limita a spiegare Durigon, che quindi non sembra lanciare convincenti a più di 4 mesi dall’insediamento dell’Esecutivo.