HomeEvidenzaBonus 150 euro marzo 2023, pagamento non arriva per 3 motivi

Bonus 150 euro marzo 2023, pagamento non arriva per 3 motivi

Bonus 150 euro, perché il pagamento non arriva? Se lo chiedono i beneficiari dell’indennità anti-inflazione che lo scorso febbraio avrebbero dovuto ricevere l’accredito ma che sono ancora senza.

Come da circolare INPS n. 127, il pagamento a febbraio era previsto per:

  • i percettori di disoccupazione agricola, NASpI e DIS-COLL;
  • coloro che hanno beneficiato dei Bonus Covid di 2.400 e 1.600 euro;
  • i lavoratori autonomi e occasionali;
  • i lavoratori incaricati delle vendite a domicilio;
  • i lavoratori Co.Co.Co.;
  • gli iscritti al Fondo Pensione dello Spettacolo;
  • i lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti con 50 giornate lavorate nel 2021;
  • gli assegnisti di ricerca;
  • dottorandi con borsa di studio.

Eppure non tutti questi beneficiari elencati hanno ricevuto l’accredito, anzi: sono circa la metà quelli che hanno già riscosso i 150 euro, tutti gli altri sono ancora a tasche vuote. Per quale motivo INPS sta tardando nell’emettere i pagamenti?

Bonus 150 euro, perché non arriva?

I motivi per cui INPS sta ritardando il pagamento del Bonus 150 euro non sono ufficiali, l’Istituto non ha fornito spiegazioni. Comunque, per coloro che hanno dovuto presentare domanda per ottenere l’indennità il ritardo era annunciato: la stessa circolare INPS specificava che “per le categorie dei lavoratori per le quali è prevista la presentazione della domanda, il pagamento avverrà successivamente ai pagamenti di cui ai punti precedenti”.

Pertanto, lavoratori Co.Co.Co., stagionali/precari/intermittenti e dello Spettacolo (gli unici tenuti all’istanza) riceveranno il Bonus 150 euro solo dopo che INPS ha pagato tutti gli altri (quelli che ricevono l’importo in automatico).

Per coloro che ricevono l’indennità anti-inflazione d’ufficio da INPS, invece, il ritardo non era previsto, anche se da mettere in conto. L’Istituto ha infatti intensificato le verifiche e i controlli, che non solo portano via del tempo, ma che potrebbero addirittura estromettere dal beneficio alcuni percettori.

Potrebbe essere il caso, per esempio, di un disoccupato in NASpI che fa parte di un nucleo familiare percettore di Reddito di Cittadinanza: i percettori di RdC hanno ricevuto il Bonus 150 euro lo scorso ottobre e all’interno di una famiglia percettrice del sussidio l’indennità anti-inflazione non può entrare più di una volta. Ciò significa che il titolare di NASpI membro di un nucleo RdC, anche se rispetta i requisiti, non riceverà il Bonus 150 euro.

I ritardi, inoltre, potrebbero essere causati anche dallo sciopero indetto per mercoledì 8 marzo al quale hanno aderito anche alcuni dipendenti INPS.

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