Salario, al centro la riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori, pensionati e della loro famiglie. E’ la strada che il sindacato USB sta percorrendo da tempo con mobilitazioni, scioperi e un sindacalismo alternativo per chiedere iniziative contro il lavoro povero.
Per il sindacato di base la situazione è grave e al momento non sembrano esserci prospettive. Le ricette messe in campo dal governo Meloni, sostengono, sono destinate ad aggravare la situazione. A partire dal ‘no’ ad una legge sul salario minimo.
Dito puntato contro i sindacati confederali, ‘rei’ di non tutelare effettivamente il salario dei lavoratori con i rinnovi contrattuali. “I tanti rinnovi contrattuali che sono alle porte – si legge in una nota – potrebbero essere destinati a riequilibrare le perdite subite in questi anni ma gli accordi tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil impediscono di introdurre forti recuperi salariali”. “Anzi, – continua – piccoli aumenti vengono scambiati con allungamenti della giornata lavorativa e intensificazione dello sfruttamento”.
Una polemica tutta interna al mondo sindacale che avrà, a breve, il suo momento di risalto venerdì 31 marzo, durante il convegno organizzato proprio da USB, dal titolo “Il salario che non c’è”, presso l’Auditorium della Biblioteca Nazionale Centrale a Roma, al quale partecipano tra gli altri il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.