L’abolizione del Reddito di Cittadinanza non preoccupa solo i diretti interessati, ossia i percettori occupabili. Anche all’interno di Palazzo Chigi c’è qualcuno impensierito riguardo i suoi effetti.
A mostrare qualche turbamento è Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, e lo fa rispondendo al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, secondo il quale i bonus assunzioni non servirebbero per favorire l’occupazione visto che compito dell’imprenditore è quello di assumere, indipendentemente dai premi.
Ma se è vero che sul fronte occupazionale servirebbero investimenti ben più innovativi dei premi per l’assunzione, è vero anche che occorre tenere in considerazione particolari necessità dettate dal contesto storico. È lo stesso viceministro a ricordarlo durante l’inaugurazione alla Bocconi di qualche giorno fa del nuovo Affari&Finanza di Repubblica:
«Non possiamo non tenere conto che c’è anche un’esigenza di recuperare certe situazioni preoccupanti come il venir meno del Reddito di Cittadinanza, gli ultracinquantenni che non trovano un posto di lavoro e non solo».
Insomma, la cancellazione del Reddito di Cittadinanza lascerà senza entrate migliaia di famiglie, alle quali occorre garantire un’occupazione che possa permettere loro di uscire da una condizione di povertà. E se per farlo la strada è quella di premiare chi dà loro un lavoro, allora ben venga.