Il Reddito di Cittadinanza rimarrà in vigore così com’è fino al 31 dicembre per i nuclei familiari in condizioni di fragilità, quindi non occupabili. Il sostegno a chi non può lavorare è sempre stato un punto fermo di questo Governo, già dalla Legge di Bilancio.
Insomma, i fragili non hanno nulla da temere dalla cancellazione del RdC, prevista invece per coloro che possono lavorare. La promessa viene da una fonte autorevole e quindi c’è da crederci: a parlare così è infatti la ministra del Lavoro Marina Calderone, intervenuta durante la puntata di giovedì 30 marzo di Mattino Cinque.
La prima domanda del giornalista Francesco Vecchi va dritta al punto: riguardo al Reddito di Cittadinanza e a come il Governo intende modificarlo, è vero che si va verso una misura che sarà chiamata MIA? Ed è vero quello che abbiamo letto sulla distinzione tra un gruppo tutelato e un gruppo non tutelato che avrà meno soldi per meno tempo?
‹‹Questo non glielo posso confermare, nel senso che il tema delle tutele è un tema complessivo. Certamente noi partiamo da quello che è l’intervento che è stato fatto nella manovra di bilancio 2023 che ha diviso le platee dei soggetti che in questo momento percepiscono il Reddito di Cittadinanza. Mi faccia dire che cosa non cambia nella filosofia, ma anzi si rafforza: certamente il sostegno ai nuclei familiari in condizioni di fragilità. Noi manterremo il sostegno, il Reddito di Cittadinanza così come lo conosciamo, e per questi soggetti continuerà a essere percepito fino al 31 di dicembre per poi evolvere in una nuova misura che dal nostro punto di vista sarà ancora più efficace proprio nell’azione di sostegno e nell’accompagnamento anche delle fragilità››.
Reddito di Cittadinanza, chi sono i fragili che continuano a percepirlo?
Come detto, quindi, il Reddito di Cittadinanza rimarrà lo stesso fino al 31 dicembre, poi si evolverà in un’altra misura ancor più efficace per le famiglie con soggetti fragili. A spiegare chi sono i fragili ci pensa la stessa ministra:
‹‹Chi sono i fragili? I fragili sono quei nuclei familiari all’interno del quale ci sono degli anziani, cioè delle persone che hanno più di sessant’anni, oppure dei minori o dei soggetti in condizioni di fragilità perché magari hanno una disabilità. Per noi è importante, in questo caso, l’approccio multidimensionale e quindi individuare e mettere in campo una sinergia di operazioni che vedono coinvolti una pluralità di soggetti, dai comuni, ai servizi socio assistenziali, al terzo settore. Questo per dire che noi andremo avanti››.
Insomma, la ministra nomina 3 categorie: gli over 60, i minorenni e i disabili. In quest’ultima categoria, in particolare, rientrano:
- le persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e i portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, nonché le persone che hanno diritto all’assegno ordinario di invalidità, ossia gli assicurati all’INAIL la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle loro attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale a meno di un terzo;
- le persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, accertata dall’ INAIL;
- le persone non vedenti o sordomute;
- le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con DPR n. 915/1978.
Discorso a parte, invece, per chi un aiuto economico può trovarlo in altro modo, per esempio lavorando. Per questi ultimi, gli occupabili, sono previste solo 7 mensilità di Reddito di Cittadinanza nel 2023. Una volta terminate, sarà loro premura trovarsi un impiego grazie all’ausilio dei Centri per l’Impiego e delle Agenzie.