Turismo, quasi 1 Milione di lavoratori ma bar e ristoranti chiudono

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Turismo, per Pasqua e Pasquetta saranno milioni gli italiani a spostarsi lungo tutta la Penisola, con hotel e ristoranti da tutto esaurito. Le prenotazioni sono dunque un dato rasserenante, ma se analizziamo a fondo i dati emergono anche delle ombre.

A dicembre 2022 sono 336 mila le imprese attive nel mercato della ristorazione, ma purtroppo i ristoranti e i bar aperti nel 2022 sono molti meno rispetto a quelli che hanno chiuso: 9.688 imprese hanno avviato l’attività nel corso dell’anno, mentre 20.384 l’hanno cessata portando il saldo a -10.696 unità.

Lo dicono i dati del Rapporto annuale della ristorazione curato da Fipe-Confcommercio presentato nella giornata di martedì 4 aprile a Roma. Vediamo.

Turismo 2023: l’inflazione su bar e ristoranti

A spiegare in breve l’impatto dell’inflazione nel settore della ristorazione è Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe-Confcommercio, nella prefazione del rapporto:

Il Rapporto Ristorazione 2023 racconta di un “rovesciamento” di fronte, poiché nell’anno appena trascorso abbiamo visto rivelarsi l’altra faccia della crisi post-pandemica: dalla crisi della domanda si è passati nel volgere di pochi mesi ad affrontare una crisi di costi. Dunque, pur avendo recuperato, -magari non completamente, ma piuttosto solidamente- i livelli dei consumi pre-Covid, l’impatto del forte aumento delle bollette (anche oltre il 200%) e, seppure meno intenso, delle materie prime, hanno messo a dura prova la tenuta dei conti economici delle aziende. Nel sentimento comune, anche a bar e ristoranti è stato imputato di contribuire all’inflazione, ritoccando al rialzo i listini.

In pratica, nella percezione comune l’inflazione è aumentata anche a causa dei bar e dei ristoranti che per contenere l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia hanno dovuto aumentare i prezzi di listino. Eppure, metà degli imprenditori dei Pubblici Esercizi dichiara di non aver alzato i prezzi, spesso per conservarsi la clientela tradizionale. Ad aver aumentato i prezzi nel 2022, infatti, sarebbero solo il 46,1% di bar e ristoranti, mentre il 38,6% prevede di farlo nel 2023.

Bar e Ristoranti, i dati sull’occupazione

Per quanto riguarda l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, quasi un’impresa su due ha effettuato almeno una ricerca di personale nel 2022 e due su tre hanno incontrato difficoltà di reperimento (8 su dieci nel caso dei bar). Dal lato della qualità dell’occupazione, se il numero degli occupati ha recuperato, mancano all’appello quote di contratti a tempo indeterminato e fasce importantissime, quali giovani e donne.

In ripresa invece l’occupazione dipendente: le oltre 165 mila aziende del settore con almeno un dipendente hanno impiegato, nella media del 2022, 987.052 lavoratori. I valori tornano sui livelli pre-pandemia del 2019 da cui sono separati da circa 3.700 unità.