HomeEvidenzaDecreto 1° maggio: le 10 contro-proposte del PD

Decreto 1° maggio: le 10 contro-proposte del PD

Decreto 1° maggio, il decreto Lavoro che arriverà in Consiglio dei Ministri il prossimo lunedì è stato stroncato dall’opposizione.

Sintetizzato da Dario Nardella (PD) come «un decreto che taglia le risorse per combattere la povertà e aumenta il lavoro precario» o come «un drappo rosso sugli occhi», il decreto sarà seguito da un decalogo di contro-proposte e che ha come obiettivo quello di “restituire dignità e qualità al lavoro”.

Ad anticipare l’elenco delle 10 contro-proposte presentato dal partito a guida Elly Schlein ed elaborato dalla responsabile della nuova segreteria Cecilia Guerra è La Stampa, che nell’edizione in edicola di lunedì 24 aprile riassume così:

  1. Combattere la precarietà del lavoro;
  2. Limitare il ricorso ai contratti a tempo determinato, a partire da quelli di brevissima durata, regolamentandoli e rendendo più convenienti per le imprese i contratti stabili;
  3. L’apprendistato deve diventare il canale ordinario di ingresso nel mondo del lavoro;
  4. Abolire gli stage extra curriculari gratuiti;
  5. Combattere il lavoro povero e garantire tutele adeguate;
  6. Ridare forza alla contrattazione collettiva, approvando una legge sulla rappresentanza, per eliminare la piaga dei contratti pirata e permettere l’applicazione erga omnes dei contratti collettivi nazionali firmati dalle organizzazioni più rappresentative;
  7. Introdurre un salario minimo, con il trattamento economico dei contratti collettivi e una soglia minima legale condivisa con i sindacati;
  8. Superare la regola del massimo ribasso negli appalti e garantire nei subappalti, anche privati, le stesse condizioni di lavoro e di salario dell’appalto originario. No alla catena senza limiti dei subappalti;
  9. Definire tutele adeguate per il lavoro digitale, a partire dai rider (diritto all’assicurazione, alle ferie, alla malattia);
  10. Proseguire nel cammino già iniziato con il ministro Orlando per completare la riforma degli ammortizzatori sociali, rendendoli effettivamente universali, per i lavoratori precari, autonomi e del digitale.
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