Fine RdC, sarà l’Assegno di inclusione a prendere il suo posto, a partire dal 1°gennaio 2024. Si tratta di una misura di sostegno economico, di inclusione sociale e professionale ed è rivolta ai soggetti «non occupabili»
La misura ha come obiettivo quello di contrastare la povertà, l’esclusione sociale e la fragilità e sarà messa in campo dal Governo Meloni con il Decreto 1° maggio.
L’assegno è riconosciuto ai nuclei familiari in cui all’interno sono presenti almeno uno di questi componenti:
I nuclei familiari in cui all’interno hanno almeno uno dei componenti di cui sopraddetto, al momento della presentazione della richiesta e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, devono possedere determinati requisiti:
Non hanno diritto e pertanto sono esclusi dall’assegno, il nucleo familiare in cui un componente soggetto all’obbligo di adesione e alla partecipazione attiva a tutte le attività formative, di lavoro, comunque denominate, individuate nel progetto di inclusione sociale e lavorativa, risulti disoccupato a seguito di dimissioni volontarie nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, eccetto coloro che si sono dimessi per giusta causa.
Garanzia per l’inclusione è una misura di integrazione del reddito familiare erogata fino alla soglia di 6.000 euro annui, (fino a 500 euro mensili), moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.
E’ riconosciuta anche un’ integrazione del reddito per quei nuclei che risiedono in un abitazione locata con regolare contratto registrato, per un importo pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto di locazione, come dichiarato a fini ISEE e fino ad un massimo 3360 euro.
L’assegno è erogato su base mensile per un periodo continuativo non superiore ai 18 mesi, per poi essere rinnovato previa sospensione di un mese per altri 12.
Allo scadere dei periodi di rinnovo di 12 mesi è sempre prevista la
sospensione di un mese.