Colf, badanti e baby sitter sono i grandi assenti dal decreto Lavoro. L’ulteriore taglio del cuneo fiscale introdotto nel decreto per far aumentare il netto in busta paga, infatti, non si applicherà ai lavoratori domestici, che rimangono esclusi anche da un’altra agevolazione.
Lo aveva annunciato già qualche giorno fa TuttoLavoro24.it, adesso lo ricorda anche Il Sole 24 Ore. Vediamo meglio.
Colf, badanti e baby sitter: nessun incentivo nel DL Lavoro
Il Governo aveva già tagliato il cuneo fiscale di 3 punti percentuali per i redditi fino a 25 mila euro e di 2 punti per i redditi fino a 35 mila euro con la Legge di Bilancio 2023, soglie che l’ultimo decreto Lavoro ha innalzato al 7% per i redditi fino a 25mila euro e al 6% per quelli fino a 35mila euro.
Agevolazioni che dureranno da luglio a dicembre ma che tuttavia non coinvolgono i lavoratori domestici, che quindi non beneficeranno di alcun taglio contributivo.
Una stangata per tutte le famiglie che hanno alle proprie dipendenze baby sitter, colf e/o badanti e che rischia di aggravare ulteriormente la piaga del lavoro nero, diffuso a macchia d’olio nel comparto domestico. Secondo il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso messo a punto dal Governo per il triennio 2023-2025, infatti, i lavoratori domestici rappresentano oltre un quarto dei circa 3 milioni dei lavoratori impiegati in nero in Italia.
Come se non bastasse, i lavoratori domestici sono esclusi anche dal cosiddetto bonus assunzioni NEET che spetta a chi assume un giovane tra i 15 e i 29 anni che non studia né lavora. Uno sgravio pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali da riconoscere per 12 mesi che però non riguarda colf, badanti e baby sitter. Come recita esplicitamente l’art. 27, comma 3, infatti, “l’incentivo non si applica ai rapporti di lavoro domestico“.