La riforma del Reddito di Cittadinanza recata dal Decreto Lavoro non porterà più tutele alle famiglie che hanno necessità di un sostegno, né sarà in grado di far fronte ad eventuali crisi economiche e pandemiche future.
Ne è convinto Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, prossimo a lasciare la poltrona, sentito in audizione in Commissione al Senato:
“la misura costruita con le due gambe, l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro, è rigida: se arrivasse una crisi, come una pandemia, il numero di beneficiari sarebbe sempre uguale perché legato sostanzialmente all’età e alla disabilità. In questo senso non si può configurare come un reddito minimo suggerito dall’Unione Europea”.
Quanto al RdC ormai agli sgoccioli e cancellato dal 1° gennaio 2024, Tridico difende l’operato del suo Istituto in quanto a controlli, anche per zittire le polemiche politiche sorte in questi anni che sostengono come il Reddito sia stato erogato a tutti indistintamente.
“In quattro anni – ha precisato l’economista – ci sono state 3,2 milioni di domande non pagate in seguito a controlli, per un totale di 11 miliardi euro”.