Vacanze estive 2023, rischiano di essere un flop per via del rincaro dei prezzi: il prezzo di alberghi e hotel, per esempio, rispetto al 2022 è aumentato in media del 15-18%, con punte che toccano anche il 43%.
A rincarare non sono solo i prezzi dei biglietti di aerei, navi o treni, che rendono quindi preferibili le mete da raggiungere con l’auto e portano a evitare le mete più lontane. Rispetto al 2022, aumentano anche i listini del comparto ristorazione. Codacons ha messo a confronto i listini odierni con quelli in vigore un anno fa e ha riscontrato che i prezzi al pubblico registrano aumenti medi del 6,8% su base annua:
- i menu dei ristoranti costano il 6,1% in più;
- una cena in pizzeria rincara del 7,6%;
- per una consumazione al bar si spende in media il 4,8% in più;
- gelaterie e pasticcerie hanno ritoccato al rialzo i listini del 5,9%;
- i fast food del 6,6%.
Prezzi alle stelle anche per gli alberghi, in cui Assoutenti registra in media un +18% rispetto al 2022. Guidano la classifica:
- Firenze, +43,2%;
- Milano, +38%;
- Campobasso, +28,9%;
- Venezia, +25,7%;
- Palermo, +25,3%.
Ai piedi della top 5 troviamo Ferrara, con un rincaro del 24,6%, ben 5 punti percentuali in più rispetto a Roma, di poco sopra la media italiana (+19,5%). Tariffe in calo rispetto all’anno scorso solo a Caltanissetta (-5,8%), Viterbo (-5,3%) e Trapani (-4,1%).
‹‹Il rischio concreto è che milioni di italiani, non potendo affrontare costi sempre più elevati, saranno costretti questa estate a tagliare i giorni di villeggiatura, o addirittura a rinunciare del tutto alle vacanze in attesa di tempi migliori›› afferma preoccupato il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi.