HomeEvidenzaAssegno Unico 2023, aumenti e tagli in arrivo: i 10 motivi

Assegno Unico 2023, aumenti e tagli in arrivo: i 10 motivi

Assegno Unico, nuovi importi in arrivo nel mese di giugno: può trattarsi sia di cifre più alte del solito che, ahimè, più basse.

In queste ore INPS sta comunicando dei nuovi appuntamenti di pagamento della prestazione per i figli a carico, fissati per giugno. Ma ciò che sul Fascicolo Previdenziale cattura davvero l’attenzione non è tanto la data di pagamento quanto l’importo che sarà erogato: le cifre, infatti, in alcuni casi sono nettamente più alte del solito. Qualcuno, invece, lamenta importi più bassi di sempre.

La spiegazione è da ritrovare nel messaggio INPS n. 1947 del 26 maggio scorso, nel quale l’Istituto illustra la procedura che ha portato a questi nuovi pagamenti. Vediamola.

Assegno Unico 2023: aumenti o più basso

Con l’Assegno Unico di maggio (in alcuni casi sarà pagato a giugno), i percettori potrebbero trovare cifre diverse dal solito: sia aumenti, sia tagli.

Come scrive INPS, infatti, “è stata avviata a livello centrale la rielaborazione di tutte le competenze mensili a partire dalla mensilità di marzo 2022, attraverso il ricalcolo degli importi effettivamente dovuti e il calcolo delle differenze, sia in positivo che in negativo, con gli importi già liquidati nel corso dell’annualità 2022 tenuto conto anche delle mensilità già erogate nei primi mesi del 2023. A seguito di tale rielaborazione, sono state determinate alcune compensazioni, che hanno dato luogo a importi da erogare in favore del richiedente l’assegno (c.d. “conguagli a credito”) o a somme che sono state erogate indebitamente e che quindi devono essere oggetto di recupero (c.d. “conguagli a debito”).

Insomma, i pagamenti di Assegno Unico per il mese di maggio in corso in questi giorni sono comprensivi di importi a titolo di conguaglio finale. Conguaglio a credito, se è INPS che deve dare, a debito se invece a dover dare è il percettore. Ma come vengono fuori questi conguagli?

Assegno Unico 2023 importo diverso: i motivi

In aggiunta alle variazioni della DSU, che rappresenta il caso più frequente, il ricalcolo viene effettuato anche a seguito di altre 9 motivazioni, descritte da INPS in suddetto messaggio:

  • liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza (c.d. premio alla nascita), sulla base del valore dell’ISEE presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio;
  • maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023, tenuto conto del riconoscimento della rivalutazione legata all’aumento del costo della vita; 
  • importi liquidati sulla base di valori di ISEE del nucleo familiare, poi dichiarati discordanti dalla Struttura INPS territorialmente competente a seguito di accertamenti effettuati sulla veridicità dei dati dichiarati;  
  • conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’ISEE 2022, eventualmente effettuate dai Centri di assistenza fiscale (CAF) successivamente al 31 dicembre 2022;
  • eventuali recuperi della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori, laddove non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale, diverso comunque da quello vedovile che invece mantiene l’agevolazione per il quinquennio successivo alla data del decesso del genitore lavoratore;
  • rideterminazione degli importi spettanti per effetto del riconoscimento delle maggiorazioni per soggetti disabili;
  • ricalcolo degli importi relativi ai nuclei familiari numerosi e per i figli successivi al secondo;
  • ricalcolo degli importi dell’Assegno unico per i nuclei percettori di Reddito di cittadinanza con rideterminazione della somma spettante al genitore non facente parte del nucleo ISEE del minore;
  • importi riconosciuti con riferimento alle domande di Assegno unico presentate antecedentemente al 30 giugno 2022, con ISEE presentati entro il 30 giugno dello stesso anno e rate calcolate con importo al minimo (50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli maggiorenni).

Il ricalcolo ‘di massa’ riguarderà oltre 512.000 famiglie. Di queste, 378 mila avranno un conguaglio a debito.

RIPRODUZIONE RISERVATA – I siti web che intendono riprodurre, anche parzialmente, i contenuti del presente articolo sono tenuti ai sensi della Legge sul Diritto di Autore, a citare la fonte "TuttoLavoro24.it" e a creare specifico link all'articolo. Abusi saranno segnalati a Google e Meta (Facebook) per l'immediata rimozione..
spot_img
spot_img
spot_img
- Advertisment -