HomeCronaca sindacaleBusta Paga luglio 2023, aumenti da €143 per questi lavoratori

Busta Paga luglio 2023, aumenti da €143 per questi lavoratori

Aumenti da 102 a 143 euro per i 200 mila lavoratori del legno arredo. L’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro è stata siglata da FederlegnoArredo (FLA) e Fillea, Filca e Feneal, ed è ‹‹un risultato importante che aiuterà le imprese e i lavoratori ad affrontare un periodo che si prospetta tutt’altro che facile›› spiega il presidente di FLA Claudio Feltrin.

L’aumento arriva in seguito allo sciopero del 21 aprile scorso e alle manifestazioni tenutesi davanti al Salone del mobile di Milano a cui ha aderito il 90% tra gli operai e oltre il 50% tra impiegati, quadri e tecnici. Al centro della richiesta sindacale c’era il recupero del potere d’acquisto per i lavoratori, con l’aumento di 130 euro in busta paga: richiesta che è stata esaudita, in alcuni casi anche con qualche euro in più.  

Aumenti lavoratori Legno-Arredo: 3 livelli

Per mantenere la competitività del settore del legno arredo (il fatturato è cresciuto del 20% nel 2021), l’aumento risultava essere un tassello fondamentale. Questo ci sarà a partire da luglio e sarà diviso in 3 livelli:

  • al livello base, l’aumento sarà di 102,20 euro;
  • al 4° livello, quello dove c’è la maggiore densità di lavoratori, l’aumento sarà di 136,95 euro;
  • al 5° livello, l’aumento sarà di 143,08 euro.

Ma le buone notizie non finiscono qui, perché oltre a un aumento del netto in busta paga, nel contratto del legno arredo è previsto anche un riconoscimento una tantum di 600 euro: una prima tranche di 300 euro subito in luglio e, una seconda, sempre di 300 euro, a marzo 2024.

Insomma, ‹‹un modello “a doppia pista”: recupero dell’inflazione totale e una tantum di produttività», come lo ha ribattezzato Alessandro Genovesi, segretario generale di Fillea Cgil. Il contratto scadrà a fine 2025.

Tuttavia, come fa notare La Repubblica di giovedì 22 giugno, è difficile che questo contratto faccia da apripista per altri. Non tutti i comparti, infatti, sono in grado di ridare l’8,7% dell’inflazione del 2022. È proprio questo il motivo per cui Confindustria pare non essere esattamente entusiasta che la sua terza Federazione, Federlegno, abbia chiuso un rinnovo a livelli così alti.

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