I percettori del Reddito di Cittadinanza tra i 18 e i 59 anni sono i cosiddetti ‘occupabili’, coloro che nel 2023 dopo appena 7 ricariche mensili terminaranno di ricevere il sussidio.
Una misura voluta dal Governo Meloni per spronare coloro che non hanno soggetti fragili in famiglia (disabili, minori, over 60) a cercarsi un lavoro o intraprendere un percorso di riqualificazione professionale.
Ma non è tutto. Questa categoria è anche nel mirino della Giustizia. Periodicamente si apprende dalle cronache che i percettori RdC vengono rinviati a giudizio per truffa ai danni dello Stato per assenza concreta dei requisiti di accesso al sussidio.
RdC e falsa residenza: rinvio a giudizio
L’ultima in ordine di tempo è la notizia riportata dal quotidiano frosinate Ciociaria Oggi di un rinvio a giudizio per indebita percezione del RdC.
Si apprende di un 45enne di Ferentino (FR) che aveva dichiarato di vivere da solo, in un’altra zona della città, quando in realtà risiedeva in una località diversa e con la compagna, anche lei beneficiaria del sussidio. Ferentino conta circa 20.000 abitanti e secondo le cronache sono già una ventina i rinvii a giudizio.
Insomma “Carte false per ottenere il reddito di cittadinanza”, titola il quotidiano che riporta anche alcuni dettagli dell’indagine, che si è potuta evolvere grazie al lavoro coordinato degli inquirenti che “hanno scandagliato meticolosamente i documenti presentati per ottenere il reddito di cittadinanza confrontandoli con le informazioni contenute nella banca dati”.
In particolare sono state interrogate “le banche dati anagrafe ed Inps e le successive acquisizioni documentali” che hanno messo in luce che il 45enne aveva ottenuto il RdC “con dichiarazioni mendaci, indirizzate agli organi competenti attestanti le proprie condizioni di vita”.
In particolare “aveva dichiarato di vivere da solo, quando invece viveva con la compagna in un’altra zona della città gigliata. Le domande sono state presentate negli anni 2019 e 2020. Avrebbe messo a segno una truffa di circa 10.000 euro”.Ora la questione sarà valutata dal Tribunale locale che si esprimerà con sentenza. La prima udienza fra 3 mesi.