Biglietti dell’autobus, per affrontare il rincaro energetico in alcune città il prezzo aumenta e passa da 1,50 a 2 euro per una corsa urbana da 100 minuti. Un aumento del 25% che ricade interamente sulle spalle dei pendolari.
È quanto successo a Treviso, dove dallo scorso 1° luglio ad aumentare non sono stati solo i singoli biglietti ma anche gli abbonamenti. L’anno scorso la provincia e l’azienda del trasporto pubblico di Treviso (MOM) erano riusciti a evitare gli aumenti, quest’anno non c’è stato nulla da fare. I mensili urbani per studenti passeranno da 30 a 36 euro, mentre quelli per i lavoratori da 36 a 44 euro. Rincari ancora più evidenti nei prezzi degli abbonamenti annuali che passano da 240 a 296 euro per gli studenti e da 315 a 370 per i lavoratori. Sale il prezzo anche per le corriere extraurbane.
Dal 1° luglio sono scattati rincari anche a Torino, in cui il Biglietto Integrato Metropolitano (BIM A e BIM B) che permette viaggi intermodali su tram, bus, ferrovie e metropolitana ha adeguato le tariffe di 20 centesimi.
Ma gli aumenti non sono limitati al capoluogo veneto e a quello piemontese. La Giunta Comunale di Bari, infatti, ha deliberato che a partire dal 1° gennaio 2024, il costo del biglietto valido per 90 minuti aumenterà di 30 centesimi. Rimarrà invece a 20 euro l’abbonamento annuale al trasporto pubblico.
Treviso, Torino e Bari si aggiungono dunque alla lista (poco felice) delle città che nell’ultimo anno hanno subito dei rincari dei biglietti urbani per i mezzi pubblici. Lista che già comprende Milano (da 2 a 2,20 euro), Parma (da 1,50 euro a 1,60 euro), Ferrara (da 1,30 a 1,50 euro) e Foggia (da 0,90 a 1 euro).