Dopo l’annuncio dei giorni scorsi, arriva la proposta di legge sul Salario Minimo a 9 euro l’ora, che fa sintesi tra i vari disegni di legge già depositi alla Camera.
A presentarla unitariamente tutti i partiti di opposizione, con l’eccezione di Italia Viva di Matteo Renzi che per ora resta distante. La proposta è stata accolta con entusiamo da Cgil e Uil, ma con scetticismo dalla Cisl che ieri al Tg1 ha rivelato di puntare sulla riduzione delle tasse sul lavoro.
Salario Minimo 9 euro: proposta unitaria PD-M5S
Sul Salario minimo la proposta di legge è articolata in 7 punti, come fanno sapere in una nota congiunta i leader dei partiti Giuseppe Conte (Movimento 5 stelle), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Partito democratico), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+Europa).
Un aspetto innovativo del nuovo disegno di legge, non presente nelle precedenti versioni, è l’introduzione di un Bonus a favore di quelle imprese che innalzano il costo del lavoro da livelli economici più bassi a 9 euro l’ora. Una maniera per compensare (integralmente o parzialmente, non è chiaro) il maggior aggravio di costi subito.
Salario Minimo 9 euro: proposta luglio 2023
“La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni”.
“Vogliamo infatti sottolineare con forza – prosegue il comunicato – la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione, che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia. Per raggiungere questa finalità la nostra proposta prevede che:
1) al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore;
2) a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali;
3) la giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della para-subordinazione e del lavoro autonomo;
4) conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative, che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario;
5) sia disciplinata e quindi garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso;
6) sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati;
7) sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso”.