Stipendi degli italiani tagliati del 7,5% rispetto a prima della pandemia. Tra le principali economie Ocse, nessuna ha fatto peggio di noi.
L’avvertimento viene proprio dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e dal rapporto da questa redatto sulle Prospettive dell’Occupazione 2023 presentato l’11 luglio a Parigi. A riportare un estratto del rapporto, poco incoraggiante, è ANSA:
“L’Italia è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie Ocse […] Alla fine del 2022 i salari reali erano calati del 7% rispetto al periodo precedente la pandemia. La discesa è continuata nel primo trimestre del 2023, con una diminuzione su base annua del 7,5%. Si prevede che torneranno a crescere del 3,7% nel 2023 e del 3,5% nel 2024, mentre l’inflazione dovrebbe attestarsi al 6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024.“
Parte della responsabilità vai ai significativi ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi (oltre il 50% dei lavoratori italiani è coperto da un contratto scaduto da oltre due anni)” che – sottolinea l’Ocse – rischiano di “prolungare la perdita di potere d’acquisto per molti lavoratori”. Anche il conflitto russo-ucraino ha contribuito a un’impennata dell’inflazione, impennata che però non è stata accompagnata da una corrispondente crescita dei salari nominali.
Tuttavia l’ISTAT intravede miglioramenti sul potere d’acquisto delle famiglie, con un aumento del 3,1% sul primo trimestre grazie al forte rallentamento della dinamica dei prezzi.