Salario Minimo 9€, Governo ‘cancella’ con emendamento

Calderone

Salario minimo 9 euro, non si farà. E’ stata infatti depositato in Commissione Lavoro alla Camera l’emendamento del centrodestra che cancella la proposta di legge sul salario minimo avanzata dalle forze politiche di opposizione.

Nonostante le numerose audizioni svolte in commissioni, la maggior parte delle quali hanno espresso contrarietà a un salario minimo regolato per legge – si apprende da fonti della maggioranza – le opposizioni hanno preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell’estate, ponendo un muro sulla proposta da noi avanzata di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre. Pertanto ci siamo visti costretti a procedere in questo senso e continuare nel lavoro avviato, da maggioranza e governo, su provvedimenti che hanno già dato i loro frutti – come il taglio del cuneo e il dl lavoro – e quelli che tra qualche giorno arriveranno in parlamento come il prossimo disegno di legge lavoro. Il tema dei salari è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentali ed inattuabili”.

In contemporanea all’iniziativa parlamentare arriva di nuovo il ‘no’ secco della Ministra del Lavoro Marina Calderone.

“Lo dico in modo assolutamente diretto e comprensibile: non credo al salario minimo per legge. Credo nella buona contrattazione collettiva – ha aggiunto – e soprattutto nel valore delle parti sociali e nel valore rappresentato dalla qualità delle relazioni industriali”.

“È importante – ha sottolineato Calderone – riaprire la stagione dei rinnovi contrattuali, che è determinante. È importante guardare in prospettiva, rinnovare i contratti non quando sono scaduti da molti anni. Questo tema è stato posto in tante occasioni e interrogazioni parlamentari. Ci sono molti contratti del comparto pubblico e anche privato che sono scaduti da lungo tempo. È importante riaprire una stagione di rinnovi contrattuali su delle basi che possano garantire delle retribuzioni adeguate e dignitose per tutti i lavoratori”.