Lo smart working può essere una soluzione organizzativa per far fronte all’emergenza caldo. E’ quanto emerge dalla riunione tra il Ministero del Lavoro, Imprese e Sindacati che si è avuta ieri, convocata per affrontare il problema delle condizioni di lavoro in questi giorni di afa e temperature oltre i 40 gradi.
E allora dai prossimi giorni tutti in smart working in attesa delle ferie? Non proprio. Vediamo però cosa è emerso e quali novità potrebbero arrivare nei prossimi giorni.
Smart Working per il Caldo, si può?
Al momento il lavoro agile è già una soluzione organizzativa per far fronte all’emergenza caldo. Ovviamente può interessare coloro che possono svolgere le mansioni a distanza, senza stare sul luogo di lavoro. Quindi appare evidente che non può essere soluzione adeguata per chi lavora in agricoltura oppure chi è impegnato nei servizi di igiene ambientale. In questi casi occorre che tra le parti vi sia uno specifico accordo.
La procedura agevolata prevista dalla legislazione è oggi aperta ai soli lavoratori che siano anche genitori di figli sotto i 14 anni. E’ così fino al 31 dicembre 2023 per il settore privato secondo quanto previsto dalla recente legge di conversione del Decreto Lavoro. Nei comparti del lavoro pubblico invece la proroga riguarda i lavoratori fragili fino al 30 settembre prossimo.
E per affrontare l’emergenza caldo dei prossimi giorni? La ministra del Lavoro Marina Calderone starebbe pensando ad un intervento che faciliti il ricorso al lavoro agile, in particolare sul fronte della ‘comunicazione’. Forse un Decreto Legge oppure un protocollo tra le parti sociali, sullo schema di quanto già visto durante l’emergenza Covid, possono essere delle soluzioni. Il prossimo incontro Ministero-Parti sociali è in programma per il 24 luglio, segno questo che la Ministra intende spingere verso una rapida soluzione.