Assegno Unico, nel 2023 Aumenti da 10 euro

Assegno Unico, com’è cambiata rispetto all’anno scorso la fruizione della prestazione tra le famiglie beneficiarie? Aumenta l’importo medio mensile mentre resta indifferenziata la distribuzione territoriale.

Ma vediamo meglio nel dettaglio cosa raccontano i dati dell’Osservatorio INPS sull’Assegno Unico pubblicati il 18 luglio, aggiornati a giugno 2023, e riferiti al periodo gennaio-maggio 2023.

Assegno Unico Osservatorio INPS: i dati

Come altre prestazioni previdenziali, anche gli importi dell’Assegno Unico (e le relative soglie ISEE) per il 2023 sono stati adeguati all’inflazione, pari all’8,1%, e tale adeguamento si è conseguentemente riflesso sugli importi medi mensili per richiedente. Questi passano dai 235 euro del 2022 ai 249 euro come media dei primi cinque mesi del 2023. Sale anche l’importo medio mensile per ciascun figlio, che da 147 euro nel 2022 passa a 157 euro nel 2023.

Importo che cresce in modo consistente al diminuire del valore ISEE, all’aumentare del numero di figli (toccando quota 1.800 euro per la famiglie con almeno 6 figli) e che si registra più alto al Sud rispetto al Nord. Nel Meridione si registra un valore medio mensile pari a 169 euro a figlio, nell’Italia Settentrionale invece la media scende a 148 euro. Le regioni in cui l’Assegno è più alto sono la Calabria (179 euro), la Sicilia (173 euro) e la Sardegna (170 euro). Val d’Aosta, provincia autonoma di Bolzano e Piemonte sono invece quelle in cui l’Assegno è più basso, rispettivamente con un importo medio mensile pari a 141, 142 e 147 euro a figlio.

Rispetto all’anno scorso, il Piemonte risulta essere una new entry nella top 3 delle regioni in cui l’importo medio mensile dell’Assegno Unico è più basso: nel 2022, infatti, il terzo posto era occupato dalla Liguria mentre Bolzano e Val d’Aosta risultavano invertite.

La differenziazione territoriale in termini di importi medi erogati, oltre alle eventuali differenze in termini di numerosità e composizione dei nuclei familiari, risulta in buona parte riconducibile alla diversa distribuzione del reddito tra aree geografiche: infatti, l’Assegno Unico è più alto se l’ISEE è più basso. Situazione, questa, che si verifica prevalentemente nelle regioni del Sud.

Per lo stesso motivo, al Sud l’importo dell’Assegno Unico integrato al Reddito di Cittadinanza è generalmente più basso rispetto al Nord. Dove la quota di RdC destinata ai figli è più alta, infatti, minore sarà la quota integrata di Assegno Unico. Il valore massimo si registra nella provincia autonoma di Trento (153 euro), seguita da Bolzano (147 euro) ed Emilia Romagna (129), mentre gli importi meno consistenti si hanno in Basilicata e Molise (entrambe 110 euro), seguite a parimerito con 111 euro da Campania, Puglia e Sardegna.

Rispetto al 2022, diminuiscono i nuclei familiari percettori dell’Assegno Unico su RdC: si passa da 369 mila nuclei al mese a 315 mila nei primi 5 mesi del 2023. Aumenta invece l’importo medio dell’integrazione: da 175 euro al mese per nucleo nel 2022 a 189 euro nel primo pentamestre del 2023.