Salario minimo, è in corso un continuo botta e risposta tra maggioranza e opposizioni. La prima ha proposto di mettere da parte tutti gli emendamenti, compreso quello che sopprimerebbe la proposta di legge delle minoranze di un salario minimo a 9 euro l’ora, e rinviare tutto a settembre.
Per l’opposizione è una mezza vittoria che non si voti l’emendamento soppressivo, ma sul rinvio a dopo l’estate niente da fare, la risposta è un no secco.
Secondo l’opposizione, infatti, settembre sarebbe troppo lontano per sedersi a un tavolo a discutere. «Se c’è proposta concreta di confronto, qualche emendamento costruttivo lo accettiamo, altrimenti non accettiamo rinvii o meline» fa presente il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte.
Non è d’accordo Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro alla Camera, che intervistato da Il Giornale di martedì 25 luglio controbatte: «Era mia intenzione rinviare a settembre, dato che la loro proposta prende vita da novembre 2024. C’era spazio pure per un breve ciclo di audizioni. Ma continuano a dire di no a tutto».
La maggioranza cerca così di prendere tempo per formulare un un proprio pacchetto di misure in risposta all’emendamento unitario dell’opposizione: «proposte davvero concrete» le ha definite Rizzetto, come quella del taglio di 4 punti del cuneo fiscale già inserita nel Decreto Lavoro e che garantirà un incremento del netto in busta paga (usa il calcolatore dell’aumento di stipendio).
Intervenuta sul tema del salario minimo anche la Premier Giorgia Meloni, che a Non Stop News su Rtl 102.5 è apparsa diplomatica e favorevole a un dialogo: «apriremo al confronto […] il tema dei salari mi interessa […] c’è una opposizione che si pone in modo garbato e io credo sia giusto dare dei segnali di confronto».