I servizi sociali dei comuni sono sotto organico e non sono in grado di affrontare la “crisi del Reddito di Cittadinanza”. Vale a dire 169.000 percettori che chiedono in questi giorni di essere presi in carico così da avere il prolungamento del beneficio fino al 31/12. Insomma vogliono che sia data attuazione a quanto prevede la legge di conversione del Decreto Lavoro.
E così, tra le difficoltà che emergono in queste ore, spunta la richiesta di una proroga così da dare più tempo ai Comuni e ai servizi sociali, di affrontare l’emergenza. La richiesta è di una proroga della sospensione a 7 mesi disposta dalla Legge di Bilancio 2023.
RdC, stop alla sospensione: ecco chi la chiede
Ad avanzare la proposta è il sindacato Cgil e la sua categoria che rappresenta i lavoratori della pubblica amministrazione, Fp-Cgil.
“E’ necessario prorogare il termine di 7 mesi per la sospensione del Reddito di Cittadinanza – si legge in una nota congiunta – e dare modo alla popolazione in condizione di bisogno di essere presa in carico dai servizi comunali. Abbiamo bisogno di procrastinare i termini, così assurdi, assumere rapidamente il personale a tempo indeterminato necessario ed assicurare e garantire la formazione necessaria per dare le risposte necessarie ad un problema così grave come la povertà“.
Per il sindacato dunque l’emergenza va affrontata rafforzando e stabilizzando gli organici dei servizi sociali comunali. In questo modo si potrà dare attuazione alla previsione di legge. Sulla stessa linea di pensiero si collocano i partiti di opposizione con il M5S in testa, che attraverso il leader Giuseppe Conte rivolge un appello al Governo chiedendo di convocare un “Consiglio dei Ministri straordinario”.