Commercio e Terziario, Aumenti 2023 solo per una parte dei lavoratori?

cassiera

Rinnovo CCNL Commercio, Terziario, Servizi, o si fa …o si fa. Sembra essere questo il motto del sindacato Uiltucs che con un comunicato di alcuni giorni fa ha fatto il punto sulle trattative del rinnovo dei contratti di settore. Più trattative perchè le tre sigle sindacali, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs negoziano con Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione e Cooperative, su tavoli separati.

Uiltucs fa sapere di aver puntato i piedi. Sono più di 3.000.000 i lavoratori che attendo il rinnovo del contratto e gli aumenti di stipendio da circa 4 anni. Confcommercio e Confesercenti sono “avvisate”, a settembre devono palesare la loro proposta economica di aumento degli stipendi. Con Confesercenti più propensa a chiudere in “tempi brevi” per “una cifra relativa al salario molto vicina a quella prevista dall’Ipca”.

A luglio Uiltucs parlava di cifre che dovevano superare i 150 euro mensili (130 euro non sono sufficienti), per consentire ai lavoratori di recuperare il potere d’acquisto perduto in questi mesi di alta inflazione.

Ma non tutte le associazioni datoriali sono d’accordo. Da qui la richiesta di Uiltucs di “un allineamento dei tavoli”. Richiesta non semplice da esaudire per via delle divisioni storiche interne al fronte datoriali, che spinge ciascuna organizzazione a negoziare per conto proprio con i sindacati. Ma Uiltucs ha lanciato l’avvertimento per settembre: “si riserva di valutare eventuali proposte dei singoli tavoli atte al raggiungimento di un’eventuale intesa”. Tradotto: il rinnovo contrattuale lo firmiamo con chi ci sta e in questo caso si applicherebbe solo per una parte dei lavoratori del settore.