Taglio delle tasse sulla tredicesima, non se ne fa di nulla, o almeno non nel breve periodo: la coperta è troppo corta per fare tutto e qualcosa va sacrificato.
Il Governo non aveva promesso niente, ma più di una voce insisteva su un possibile taglio delle tasse sulla tredicesima mensilità già dal prossimo anno. Che ahimè rimarrà tassata pienamente. La conferma arriva dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo durante un’intervista rilasciata a Sky TG24.
La priorità del Governo Meloni, mai latente, è sempre stata quella di aumentare gli stipendi. Da realizzare nel 2024 attraverso la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35 mila euro (per cui serviranno circa 10 miliardi di euro) e l’estensione dell’aliquota IRPEF al 23% per i redditi fino a 28 mila euro (che costerà circa 4 miliardi di euro).
Per il resto però le risorse scarseggiano e qualcosa va sacrificato. O almeno, rimandato nel tempo. Come, appunto, la detassazione sulle tredicesime. L’idea che circolava era quella di una possibile aliquota fissa del 15%, a prescindere dalla fascia reddituale, anziché l’attuale imposta del 47, 27 o 23 per cento a seconda del reddito.
Idea che per il momento va accantonata, come conferma anche il viceministro dell’Economia Leo ai microfoni di Sky TG24:
‹‹Nel 2023 ritengo abbastanza complesso trovare le risorse. Ma rimetto tutto alla NADEF, è quello il dato da cui dobbiamo partire per vedere se è possibile questo tipo di intervento nel 2023. La delega lo rende applicabile nel 2024, nel 2023 vedremo, mentre nel 2024 si potrà mettere a terra››.
Insomma, anche se il viceministro lascia ancora uno spiraglio di speranza aperto, nel 2023 il prelievo sulla tredicesima mensilità da parte dell’Erario sarà pieno.